MORTEGLIANO
STORIA DEL TERRITORIO
Il nucleo originario della odierna Mortegliano, composto da capanne e un castelliere, sorse prima del V sec. d.C. ad opera dei Celti, sull’attuale Cortina del Duomo.
Dopo la fondazione di Aquileia anche Mortegliano subì la colonizzazione romana e Mortilius, un cavaliere latino, ricevette questo appezzamento quale terra da coltivare, bonificare e difendere. Tracciandone il confine, il cavaliere diede al podere il proprio nome, cioè Mortelianum. Nacque così il toponimo del paese.
Le invasioni barbariche, a partire dal III sec., colpirono anche Mortelianum che fu distrutta e ricostruita più volte. Sarà proprio grazie ad un popolo invasore, i Longobardi, che il semplice insediamento umano prese la forma di un vero e proprio paese agricolo, con strade e fortificazioni.
Nonostante i “secoli bui”, caratterizzati da continue invasioni di popolazioni come gli Avari, i Barbari, gli Ungari e gli Slavi, Mortegliano continua a crescere.
Intorno all’anno Mille nacque la prima Comunità che si trasformò presto in Vicinia, forma di autogoverno istituito fino al XVII sec.
Mortegliano, costituitasi in Comune, si espanse al di fuori della Cortina e alternò periodi di ricchezza ad altri di crisi.
È innegabile comunque che il paese fosse ormai diventato un importante centro, il cui controllo fu conteso tra Cividale e Udine; la diatriba si concluse intorno al 1400 con l’estensione dell’emergente dominio veneziano su gran parte del Friuli.
Giungiamo a questo punto ad uno degli episodi cruciali della storia del paese, tutt’oggi ricordato e celebrato. Le invasioni da Oriente rappresentavano un serio e nel 1499 i Turchi giunsero ad assediare Mortegliano. Furono però costretti ben presto a soccombere, sconfitti da un paese che poteva contare su buone fortificazioni e su una buona difesa, e che riuscì a portare avanti una vittoriosa resistenza. Il paese ne uscì rafforzato e fu ricostruito più grande di prima.
L’indebolimento di Venezia nel ‘700 permise che il Friuli fosse accerchiato tra l’esercito austroungarico e quello di Napoleone. Con il trattato di Campoformio (1797) Mortegliano passò sotto il dominio austriaco.
Nel XIX sec. il paese cominciò a delinearsi come lo conosciamo oggi: nacque il coro “Jacopo Tomadini” e nel 1864 la Cortina lasciò il posto alla costruzione del Duomo, che sarà motivo di discussione fino al 1920, anno della sua inaugurazione. Nella prima metà del XX sec. Mortegliano venne coinvolta nelle due guerre mondiali. È il diario storico della Pieve a tenere la cronaca di quei terribili anni, registrando anche il numero delle vittime. Nonostante le difficoltà dovute ai conflitti, nel paese vennero realizzate importanti opere sociali, fra cui ricordiamo la latteria, la casa rurale, l’asilo infantile, il cinema, la Scuola Professionale di disegno e, nel 193, il nuovo Municipio.
Negli anni Cinquanta fu costruito il campanile, più alto d’Italia, inaugurato nel 1959 con il contributo di tutta la comunità, le vie di comunicazione e le abitazioni vennero rinnovate. Negli anni Sessanta i morteglianesi videro nascere la Casa della Gioventù, la casa delle Suore e le nuove Scuole Elementari.
Oggi Mortegliano si presenta come un importante centro ricco di servizi per i residenti e anche centro di attrattiva turistico, offrendo ospitalità e attrattive d'arte, di gastronomia, di impianti sportivi e di itinerari naturalistici.
Blave di Mortean (o Buine Blave)
“Blave di Mortean” originariamente era il modo in cui venivano chiamati, con un certo senso di diffidenza, gli abitanti del paese per tratteggiarne il carattere: rissosi, inclini alle liti e alle baruffe ma di animo gentile. Assieme a questo significato vi era quello, più tecnico, riferito alla qualità del loro mais, grazie alle qualità favorevoli del clima e del terreno. Questo poneva un accento positivo sul modo in cui venivano visti e da qui l’accezione più comune di “Buine Blave”. Questo prodotto agricolo divenne il fattore trainante dello sviluppo economico e sociale dell’agricoltura del paese.
La Cooperativa "Blave di Mortean" nasce nel 2001 grazie alla collaborazione dell’E.R.S.A. Ha portato avanti un processo di sperimentazione, ricerca e selezione delle migliori qualità di mais da cui nacquero anche biscotti, grissini e altri prodotti da forno oltre al succo di mela e all’orzo decorticato. Da qui, la specializzazione nella produzione del farinaceo che si pone a metà strada tra il sistema di coltivazione convenzionale e l’affiancamento di tecniche tradizionali (come la selezione a mano delle spighe) e moderne. Con decreto del 28 novembre del 2005, il Comitato Esecutivo di Certificazione C.S.Q.A., ente di certificazione per l’agroalimentare, ha rilasciato i certificati di rintracciabilità di filiera per la farina di mais “Blave di Mortean”, per l’orzo decorticato “Uàrdi di Mortean” e il succo di mela. Il marchio è stato brevettato dalla Pro Loco e dall’associazione Iniziative Mortegliano, mediante deposito alla C.C.I.A.A. di Milano.